Ancora incerti se andare a Torino per Artissima – in qualità di pubblico, s’intente – stiamo ponderando le ragioni pro, tra le quali ha un peso rilevante il progetto speciale della fiera Deposito d’Arte Italiana Presente. Si tratta di un’invenzione curatoriale di Ilaria Bonacossa e Vittoria Martini che prende spunto da un interessante episodio di avanguardia italiana degli anni 1967-68 a Torino, il Deposito d’Arte Presente, per il quale rimandiamo ad un bel libro di Alessandra Troncone, La smterializzazione dell’arte in Italia- 1967-73, edito da Postmedia Books nel 2015.

Se nel progetto originale, il Deposito, era veramente tale, in mancanza di spazi che prendessero in affidamento ingombranti opere e per “una raccolta estemporanea, non permanente… uno spazio per il presente, per un tipo di arte connessa all’ hic et nunc e spogliata di qualsiasi sacralità” (Robert Lumley); nella riformulazione in sede Lingotto, di sacralità invece saranno investiti molti lavori – e artisti – sperando che la loro aura venga trasformata in aurea dorata e rivenduta a soldoni. Sicuramente sarà interessante vedere come verrà declinata questa mostra affollatissima di nomi non dimenticando però che, in quanto in fiera, essa non potrà che cercare di essere funzionale allo scopo di vendita, legittimazione e conferma del sistema dell’arte, dove le ragioni dell’arte passano in secondo piano rispetto al suo commercio. E’ giusto d’altronde che le gallerie che scommettono, investono e magari guadagnano con i nostri artisti, vogliano essere ripagati con una legittimazione che non sempre trovano altrove, in sedi museali ad esempio. E quindi eccoti Artissima che ti appronta una bella mostra seria – crediamo -, dove tra i tanti artisti presenti al Deposito d’Arte Italiana del presente provenienti dalle gallerie partecipanti alla kermesse torinese dal 1994 in poi e da alcune istituzioni torinesi, troviamo anche qualche residente di GAP delle precedenti edizioni. Ci riferiamo a Cosimo Veneziano (Gap 2017) ed Elena Mazzi (GAP 2015), qui ovviamente selezionati non secondo i nostri canoni di valutazione del lavoro e del contesto di residenza, ma secondo altre ragioni, pur valide. Dice infatti Vittoria Martini in un’intervista su Apt Diary: “I criteri che hanno guidato le nostre scelte: abbiamo adottato dei parametri oggettivi, cioè le presenze ad Artissima, le partecipazioni a mostre nazionali ed internazionali, i premi e riconoscimenti nazionali ed internazionali e la presenza in collezioni pubbliche e private”… noi abbiamo quindi contribuito al curriculum dei nostri amatissimi artisti… o forse no?!?
Ad Artissima, in sede di fiera, ci sarà ancora una volta Fabrizio Prevedello (GAP 2013) presentato da Cardelli e Fontana, nella cui galleria a Sarzana (SP) è ancora in corso (fino al 18 novembre) la sua personale Interno, di cui via abbiamo recentemente parlato. Ma la consuetudine del bel binomio Massimo Biava – Fabrizio Prevedello non fa notizia in sé, è piuttosto la conferma di un’ottima collaborazione tra gallerista e artista. Notizia invece è questa, risultato della suddetta felice collaborazione: Fabrizio Prevedello è stato recentemente premiato nell’ambito di Level 0, la piattaforma messa in atto tra ArtVerona (appena conclusa l’edizione 2017) e i direttori dei musei e le istituzioni d’arte contemporanea in Italia, che si riservano di scegliere tra coloro che loro reputino i migliori artisti presenti in fiera, per una mostra nelle loro premesse.

Cardelli e Fontana aveva visto un’altra artista della propria galleria vincere lo stesso premio nell’edizione di ArtVerona 2016. Nel contesto di Level 0 dello scorso anno, il Museo di Villa Croce di Genova aveva infatti premiato Beatrice Meoni. A conseguenza di ciò il museo ligure ospita la mostra dell’artista toscana con la mostra Oggetti Solidi visitabile fino al 12 novembre.
Aspettiamo quindi con eccitazione la mostra di Fabrizio Prevedello nei nuovi spazi del centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci di Prato. Quando questa sarà, lo saprete anche da noi.