TEMPODENSO di Simona Di Giovanni

TEMPODENSO| panoramica descrittiva guilmese 

Riprendendo le redini della mia esperienza guilmese, la prima immagine che la mia mente elabora e mi restituisce è una visione panoramica del paese, partendo dall’ingresso, a rallentatore, dai giardini, alla piazzetta. Risalgo il paese con gli occhi rivolti verso l’interno, lentamente, passando per via S. Rocco, la scuola/casa vacanze, via Roma, il bar di Bruna, il Forno, la Piazza. Proseguendo su via Italia, rivedo tutto, senza corpo, solo con lo sguardo e continuando ecco la casa di Lucia e Federico e poi giù, prendendo velocità, dritto per dritto ci si scontra con il paesaggio. Ripercorro il paese attraverso tutti i percorsi possibili, via Circonvallazione, i contorni di Guilmi, i suoi margini estremi, un girotondo tra le case e le vite delle persone, la biblioteca comunale, il bar di Pino, di nuovo verso l’ingresso, la sala polivalente, la torre dell’acqua, di nuovo, giro e rigiro, entro dentro… Cerco la pace, trovo la pace.

Il paesaggio visibile al di là dei confini guilmesi a confronto con la misura di una persona è assai sconcertante, sarà che sono abituata ai paesaggi marittimi, quelli che guardi e alla fine restano fissi, immutabili, una distesa di blu e basta, l’orizzonte… In montagna è diverso, la valle con cui ti confronti divide perfettamente la terra dal cielo, la profondità è evidente, l’altezza, tutto ciò che il mare nasconde la montagna lo rivela:  le case, le strade, i campi infiniti, i colori, tantissimi, che vanno a definire altre realtà, altre vite, altre cose che non conosci, ma che puoi provare ad immaginare. Ogni cosa genera differenza, specie in notturna, quando arrivano le stelle e puoi confonderle con le luci delle case, con la luce che ogni persona genera per il semplice fatto di esistere.

La sensazione più evidente che posso avere di fronte a questa visione è di un universo che sembra fatto apposta per questo, per noi persone, soggetti sensibili e che qui rifuggono dall’inconcepibile asfissia della città, vivendo una quotidianità densa e intensa, più che altro reale, concreta, umana, dove ognuno è padrone del suo tempo.

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Tra questi incastri di tempo e spazio che Guilmi offre, si insinuano nuovi e vecchi gappisti, come ogni anno da otto anni, tra luglio e agosto si svolge GuilmiArtProject.

Il paesaggio oltre ad un’infinità di dati sensibili, porta con sé anche le persone, i miei nuovi, cari amici guilmesi, persone reali, concrete, un circuito aperto di storie umane, di presente che si consuma e si spende e di cui tutti, nessuno escluso, entra a farne parte. Qui il gruppo di GAP non solo è accettato, ma è completamente inglobato e legato a questa realtà.

Una delle prime persone che ho conosciuto è stato il piccolo Matteo (5 anni), che abita proprio di fronte alla casa di Lucia e Federico, ogni giorno impegnatissimo nella sua grande impresa di ristrutturazione e riqualifica di via Italia, qui fra le due case, dove alcune mattonelle si sono staccate, via via con il tempo, e ad oggi risultano semplicemente appoggiate fra le altre. Le intenzioni di Matteo sono serissime: bisogna scavare, fare il cemento e ricollocarle come si deve. Teresa, la mamma di Lucia, mi ha spiegato che quando nasce un bambino a Guilmi, il prete fa suonare le campane a festa, essendo un evento a volte raro. Oggi i bambini del paese sono circa venti.

Noi ci alterniamo e saltiamo come funamboli tra le vite di tutti passando dai piccoli ai grandi e ai più grandi ancora.

Funamboli, laprimavoltadidanielasuigonfiabiliun paragone non del tutto casuale, qualcuno lo sa bene, considerando che ad un certo punto è arrivata Daniela Pitrè con la sua slackline, per tutti semplicemente la corda, installata in vari punti del paese, che ha dato il via ad una vera e propria apertura, un varco, una possibilità concreta per interagire e creare legami con le persone del paese. La corda è stata il prolungamento del corpo di Daniela che con lei si spostava un po’ ovunque. Ambitissima, tra i più, conquistava i piccoli di giorno e i giovani guilmesi di notte.

A proposito di giovani guilmesi – i giovani a Guilmi sono difficilmente reperibili in giornata, per via dell’intensa vita notturna che svolgono tra il Bar di Bruna, gestito alla sera da Paolo (il figlio di Bruna) e i giardinetti del paese. Al bar ci si alterna tra tornei di biliardino e partite a carte come se non ci fosse un domani e la Peroni è distribuita direttamente a secchiate. Così, anche noi ci siamo allineati su questa frequenza e uno degli appuntamenti fissi del soggiorno guilmese è diventato proprio quello con i ragazzi, passando tutta la notte tra il bar e i giardini, tra il biliardino, la corda e sessioni ossessive di disegno collettivo.

Nel frattempo, ogni giorno c’era qualcosa di nuovo e di interessante da fare, con Eleonora Racciatti abbiamo lavorato alla grafica per la mostra delle Città Visibili, una mostra tra Guilmi e Carpineto Sinello. Per cinque giorni si svolto il laboratorio di Andrea Melò, con l’assistenza di Francesco e Valentina, dove sia i gappisti che i guilmesi sono stati iniziati all’interessantissima quanto spettacolare pratica della fusione dell’alluminio. Nel frattempo, c’è stata la presentazione del lavoro di Matteo Coluccia durante il primo incontro della Nuova Didattica Popolare 2015 di Pietro Gaglianò.

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Il giorno dopo e per qualche altro ancora, abbiamo fatto gruppo e abbiamo invaso il laboratorio di serigrafia di Luca Bruno a Rocca e così sono arrivate anche le magliette della Nuova Didattica Popolare e dell’artista in residenza, Elena Mazzi. A Rocca, abbiamo conosciuto la nonna di Luca che ci ha regalato i pomodori più buoni che avessimo mai mangiato. In realtà, i guilmesi ci hanno letteralmente viziato con i doni alimentari, dal pane alle verdure, per non parlare delle incredibili torte di Teresa e di quella che la madre di Eleonora ha preparato per noi.

Dal secondo incontro della didattica io, Daniela ed Eleonora ci siamo occupate della vendita delle magliette e del tesseramento, introdotto proprio quest’anno per raccogliere fondi a sostegno di GAP che è e resta un progetto che non prevede finanziamenti, sostenuto dal basso, un’associazione che ha bisogno di evolversi, incamerare altre persone. GAP è una cosa di tutti che sta all’interno di Guilmi, dietro c’è un grande sforzo ed è necessario che le persone lo comprendano.

Daniela e Simona indispensabili con il tesseramento 2015 a GuilmiArtProject, durante l'inaugurazione di Avanzi di Elena Mazzi

Intanto il flusso continua, tutti noi ne facciamo parte, e cresce il desiderio di restare, qui, a Guilmi, dove tutti diventano produttori e consumatori, tutti partecipano attivamente alla creazione e formazione di un’ arte capace di accogliere e agglomerare le persone per rispondere alla sua nobile funzione pubblica, politica e sociale, uno dei temi più ribaditi da Pietro durante la Nuova Didattica Popolare.

Il giorno dopo la festa continua e arriva l’attesissima presentazione del lavoro di Elena Mazzi, che fluisce letteralmente attraverso il paese con le sue bellissime storie interpretate da Plinio e si conclude in bellezza tra canti e balli al bar di Pino. In serata, gappisti, guilmesi e ospiti vari si riuniscono come ogni anno per la festa conclusiva della residenza alla Fonte del Paradiso. Arriva anche la festa della Ventricina del 14 agosto, per i guilmesi l’evento più importante dell’anno, noi siamo così pieni di energia che quasi dimentichiamo che l’indomani si parte.

Ci aspetta un’ultima notte a Guilmi con i ragazzi, ancora tra il bar di Bruna e i giardinetti, ci intratteniamo con qualsiasi cosa nella speranza che il tempo si fermi, ma il mattino non ci risparmia nemmeno il 15 di agosto e arriva, purtroppo, il momento dei saluti. È difficile dire ciao, ci vediamo presto, ci rivedremo ancora, non so se ci rivedremo. Nei luoghi in cui saremo domani non ci saranno le bellissime persone che abbiamo conosciuto a Guilmi.

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Torniamo in casa vacanze così, tra questo vuoto che si è generato, io dormo qualche ora e poi parto. In macchina, verso Vasto, quando ormai siamo lontani dal paese, si imbocca un’uscita sbagliata e ci ritroviamo in risalita verso Guilmi, risalendo e andando via allo stesso tempo, capisco che resterò profondamente legata a questi luoghi e alle persone che ho conosciuto e spero intensamente che sia stato importante per tutti, come per noi.

Crediti fotografici: Simona di Giovanni, Daniela Pitrè, Andras Calamandrei

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